Il tuo DENTISTA non ti ha detto che ... - page 14

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Eppure, c’è qualcosa che non convince in questa opera,
qualche rigidità di troppo nell’anatomia del “cavato” come
nel volto di alcuni astanti, qualche incertezza nella resa
prospettica del tavolo e della decorazione della tovaglia.
Forse era semplicemente un Caravaggio in cattiva forma,
frettoloso, col dente avvelenato per una commessa andata
peggio del previsto.
Chissà quante volte vi sarà capitato di vedere il volto del
Cristo nella Pietà vaticana di Michelangelo, o, dello stesso,
quello della Sibilla Delfica nella volta della Cappella Sistina,
entrambi con la bocca socchiusa. Avete notato niente di
anomalo? Ai dentisti non dovrebbe sfuggire: a ricomporla,
l’arcata dentale superiore, l’unica parzialmente visibile,
sarebbe dotata non di quattro, come natura vorrebbe, ma di
cinque incisivi. Possibile un errore del genere? Improbabile, se
si tratta di un maestro come Michelangelo, ci deve essere una
ragione. Al quesito, si è dedicato lo studioso Marco Bussagli,
constatando che l’iperdonzia, così come veniva chiamato
l’eccesso numerico di dentatura (e “bastardo” il dente in
eccesso), riguardava, oltre le opere citate, anche molte
altre. Si è dato una risposta: la presenza di denti “bastardi”
è sintomatica di una condizione di bestialità, ovvero di
un’umanità che è priva della grazia di Dio (Michelangelo, da
quasi eretico del circolo religioso di Viterbo, credeva nella
predestinazione), vuoi per una mostruosità già conseguita
alla nascita, vuoi per dissennatezza personale, vuoi per
il fatto di essere vissuto in epoca pagana, precedente la
salvazione determinata dal sacrificio di Cristo, come nel caso
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